Oggi vi presentiamo Doriah, un cantautore siciliano. “Maradona” è il suo brano d’esordio.

Com’è sbocciata la tua passione per la musica?
Ho iniziato a studiare tromba e flicorno soprano a 10 anni, a 12 anni suonavo nella banda del paese e mi divertivo un sacco. A 14 anni sono andato ad aiutare un mio zio in pizzeria e con la paghetta e le mance ho comprato la prima chitarra elettrica e ho iniziato a suonare con degli amici. È la banalissima storia di un ragazzino cresciuto alle case popolari di un paesino siciliano, potevo iniziare a spacciare ma ho preferito fare musica. Devo ringraziare molto mio padre che già a 14 anni mi insegnava come scrivere i testi delle canzoni, mio padre era il paroliere della band dei miei zii, si chiamavano S.U.D. e tutti pensavano significasse sempre uniti Doria ma non era così. I testi erano stranissimi, non capivi mai quanto fossero seri o quanto ci fosse la volontà di trollare.
“Maradona” è il tuo ultimo singolo. Qual è la sua genesi? Puoi parlarne?
“Maradona” l’ho scritta durante il Mondiale di calcio del 2018, mi impressionò molto vedere Maradona soffrire, fino a stare male, per la sua Argentina, durante l’ultima decisiva partita del girone contro la Nigeria. Gira una foto in una posa particolarmente scenografica: in piedi con le braccia spalancate e lo sguardo rivolto al cielo, illuminato da un raggio di sole e circondato da persone protese verso di lui. Mi sembra che la passione, che ha come radice etimologica il verbo soffrire, abbia molto a che fare con la libertà e le domande sulla libertà che si pone la mia canzone. Mi chiedo insomma, ispirato da questo semidio che è stato Maradona, se la libertà abbia un ineluttabile prezzo da pagare.
Una collaborazione che ti piacerebbe?
Il mio gruppo del cuore sono i Verdena, sarebbe bellissimo poter collaborare con loro. Mi piacerebbe anche cantare un testo di Pasquale Panella.
Progetti in cantiere?
Con Stefano Maggiore, produttore e co-fondatore di Freak & Chic abbiamo in cantiere diverse canzoni, usciremo allo scoperto una volta che siamo convinti di poter proporre un prodotto di qualità.
Cos’è per te “Uno spettacolo nel cassetto”?
“Uno spettacolo nel cassetto” sarebbe girare per i teatri all’aperto, mi piacciono molto i teatri greci e d’altronde io vengo dalla Magna Grecia.