Fabrizio Pocci, “Coincidenze” è il suo nuovo progetto discografico, “Mai abbastanza” il suo ultimo singolo. Oggi abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con lui.

Come ti sei avvicinato al mondo della musica?
Mio padre tra tutte le cose che faceva aveva anche un gruppo, cantava il maggio e scriveva poesie nonostante facesse l’operaio. Da ragazzino mio fratello comprò una chitarra ed io, nei suoi momenti di pausa, quando la lasciava, ne approfittavo. Imparai qualche accordo e da lì iniziai.
“Mai abbastanza”, puoi raccontarci questo tuo nuovo singolo?
Mi è sempre difficile raccontare le canzoni. Questa in particolare nasce da una frase letta su un libretto trovato in un bar. Il concetto è semplice quanto profondo. Racconta della difficoltà di dire addio e da questo il rifugio in un “dai ci vediamo, ci sentiamo” . Del fatto che non siamo mai abbastanza forti. Del fatto che non siamo mai abbastanza presenti per qualcuno o assenti per altri. Del fatto che non siamo mai abbastanza per chi non si accontenta di come siamo ma ci vorrebbe diversi e prova a cambiarci solo per farci avvicinare il più possibile al proprio desiderio.
Hai avuto diverse collaborazioni artistiche importanti, qual è quella che hai nel cuore?
Senza dubbio Erriquez (Bandabardò). L’ho avuto e l’ho sempre accanto. Da amico, fan, produttore e da direttore artistico.
Progetti futuri?
Al momento avere progetti rispetto alla musica non è facilissimo per la situazione musicale in generale e il momento che stiamo vivendo. Aspettiamo che la situazione migliori per gettare delle fondamenta serie per qualcosa di futuro. Continuo a scrivere ed a buttare giù idee. Ci potrebbero essere molte cose pronte a partire. Aspettiamo fiduciosi in un ritorno alla “normalità”.
Un duetto che sogni…
Con Paul McCartney .
Cos’è per te… (citando il nostro sito) …”Uno spettacolo nel cassetto”?
Nel cassetto ci teniamo qualcosa per tirarlo fuori al momento giusto. Nel caso specifico per me è quello spettacolo (teatrale, tour o disco) che è pronto nella testa ed aspetta solo di essere partorito e fatto vivere.