Filippo Di Crosta: “Nella danza tutto ciò che si impara va custodito con tanta cura”

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Filippo Di Crosta, classe 1997, ha incontrato il grande pubblico con la sua partecipazione ad “Amici 17”, avventura che gli ha permesso di crescere artisticamente ed umanamente. Il giovane ballerino ci ha raccontato l’emozione di condividere musica e passi durante gli stage, lo splendido rapporto di stima reciproca che lo lega a Carmen e l’esperienza vissuta in “Leila, the land of imagination”.

A che età hai iniziato ad innamorarti del ballo?

Credo che non esista un’età per innamorarsi dell’arte. Danzavo sin da bambino in casa e la danza ha sempre fatto parte di me. Ad 11 anni ho iniziato le vere e proprie lezioni di ballo e da lì in poi non mi sono più fermato.

Quant’è stato duro il percorso all’interno di “Amici 17”?

“Amici” mi ha insegnato molto sia artisticamente che umanamente. Sicuramente il percorso all’interno della scuola è più duro di quanto si possa pensare ma resta un’esperienza unica ed indimenticabile.

Proprio nel programma hai conosciuto Carmen Ferreri, quant’è importante per la tua vita?

Carmen è stata importante all’interno del programma così come lo è anche al di fuori oggi. Ci siamo sostenuti sin dall’inizio e continuiamo a farlo tutt’ora. Ci stimiamo tanto come artisti e so di poter contare sempre su di lei.

Hai tenuto molti stage in scuole di danza italiane, che emozione si prova nell’insegnare a dei ragazzi giovanissimi? Che cosa ti ha colpito di loro?

L’emozione nel trasferire la propria arte a dei ragazzi che inseguono il mio stesso sogno è indescrivibile. È bello poter scambiare con loro l’energia giusta per creare un legame attraverso musica e passi.

Se potessi dargli un consiglio, cosa gli diresti?

Uno dei tanti consigli è quello di imparare a saper scindere le critiche costruttive e positive da quelle negative e demoralizzanti. Bisogna essere sempre determinati, forti e credere sempre in se stessi perchè dietro a tanto lavoro ci sono numerosi sacrifici e molti ostacoli da superare.

Recentemente sei stato nel corpo di ballo di “Leila, the land of imagination”, puoi raccontarci quest’esperienza?

Mi ha arricchito molto. “Leila, the land of imagination” è stato uno spettacolo completo in tutte le sue parti, dalle sceneggiature alle coreografie. Ho avuto la fortuna di poter lavorare con coreografi di grandissima fama internazionale e di aver collaborato con ballerini di etnie diverse. Quest’esperienza mi ha dato l’occasione di confrontarmi con una religione ed una cultura differente dalla mia ed inoltre di conoscere un posto magico come quello di Riyad.

Qual è il segreto per crescere ed aumentare sempre il proprio bagaglio in quest’arte?

In quest’arte il segreto per crescere, sotto tanti punti di vista, è l’essere curiosi e provare sempre ad andare oltre le apparenze. Non si finisce mai di imparare e di apprendere. Tutto ciò che si impara bisogna custodirlo con tanta cura.

Ogni canzone ha una sua anima, su quali note preferisci danzare?

Ogni brano ha una sua anima, ogni nota ha una sua anima ed è proprio per questo che ognuna di esse mi lascia emozioni differenti. Le note sulle quali mi piace danzare sono soprattutto quelle che mi lasciano un segno e che mi fanno raccontare storie diverse.

Ti piacerebbe diventare un coreografo?

Sì, mi piacerebbe molto poter creare delle coreografie che mi rappresentino al massimo.

Quali sono i tuoi progetti?

Mi piacerebbe viaggiare tanto e scoprire giorno dopo giorno le cose belle e nuove di questo mestiere.

Cos’è per te… (citando il nostro sito) …”uno spettacolo nel cassetto”?

Per me “uno spettacolo nel cassetto” è un sogno da realizzare.

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